domenica 23 gennaio 2011

Upavasa (prima parte)



Upavasa è uno dei termini sanscriti usati per designare il giorno del digiuno: questo termine significa stare vicini al Supremo (upa = vicino; vasa = dimora divina). Il digiuno, secondo lo Yoga, è da considerarsi una pratica mistica in quanto più psicospirituale che fisica; sugli effetti psicofisici e salutari del digiuno sono stati scritti numerosi testi.
Il miglior sistema per purificarsi fisicamente e mentalmente è digiunare regolarmente, avere un’alimentazione senziente, fare le Asana ogni giorno, praticare un’igiene accurata e fare delle pratiche spirituali.

Dal punto di vista strettamente organico, il digiuno concede il meritato riposo agli intestini, allo stomaco, al fegato e a tutti gli altri organi metabolici. È una delle migliori medicine preventive, poiché con il riposo del sistema digerente si possono espellere e neutralizzare le tossine accumulatesi con i processi metabolici cellulari. Come è ben noto in tutte le scuole di medicina naturale, la maggior parte delle malattie ha la sua origine nel tratto gastrointestinale.

Quando il tavolo dell’ufficio è pieno di carte, non c’è niente di più intelligente che prendersi una giornata per rimettere ordine: allo stesso modo, il digiuno regolare durante un intero giorno, scelto in base alle fasi lunari, come prescritto dagli Yogi, è di grande aiuto per l’igiene fisica e mentale.

Il nostro corpo è costituito per lo più di acqua (circa il 60%): quest’acqua, come tutti gli altri liquidi, risente dell’influenza gravitazionale che esiste fra la terra e la luna. L’importanza di questa relazione energetica è ben conosciuta e applicata nel campo dell’agricoltura, delle scienze marittime, nella psicologia, ecc.

Il ciclo mestruale con la sua espulsione di liquidi ha luogo ogni 28 giorni, come quelli del ciclo lunare. Le statistiche ci dicono che c’è una stretta relazione anche fra i giorni vicini alla luna piena e alla luna nuova e gli incidenti stradali, i disturbi mentali, i sogni agitati, le notti insonni, il sonnambulismo, i bambini nervosi, rottura delle acque nelle donne gravide, ecc.

Il digiuno fatto secondo il calendario lunare yogico limita l’effetto di questi disturbi, poiché l’astensione dal cibo tiene le due valvole dello stomaco (cardias e piloro) chiuse e non permette così l’ascensione dei gas intestinali e altri vapori acidi del tratto gastrointestinale nella zona cerebrale.

Digiuno e fasi lunari
I giorni di digiuno più strategici per la salute fisica, mentale e spirituale sono detti Ekadashi. Eka sta per uno e dashi sta per dieci, si ha quindi undici. L’undicesimo giorno dopo la luna piena e dopo la luna nuova sono i giorni ideali di digiuno secondo la scienza dello Yoga. Durante quei due giorni del ciclo lunare avviene una trasformazione linfatica nel nostro organismo: lo Shukra viene trasformato in ectoplasma.
Nel giorno di Ekadashi la ghiandola pineale secerne un ormone particolare che dà una esperienza mistica a coloro che meditano e digiunano.

Naturalmente questa non è un’esperienza immediata per chi inizia queste pratiche, ma sicuramente si potranno sperimentare subito dei benefici fisici e mentali.


Nelle rappresentazioni iconografiche del Guru tantrico Shrii Sadashiva (Shiva con il tridente in mano e i serpenti intorno al collo) si può notare una mezza luna come decorazione sulla sua folta chioma. Quella mezzaluna è il simbolo di Ekadashi, il giorno in cui Shiva andava regolarmente in Samadhi (trance mistico). Quando l’ormone rilasciato dalla ghiandola pineale riesce a entrare nella circolazione sanguigna provoca uno stato estatico. Tutto questo dipende dalla preparazione psicospirituale della persona. Se si mangia durante quel particolare giorno, l’attività fisica della digestione devia lo Shukra verso le ghiandole basse limitandone così l’assorbimento da parte delle ghiandole endocrine del cranio. Inoltre la temperatura corporea durante il giorno del digiuno diminuisce agevolando la secrezione di quest’ormone denominato in sanscrito Amrta.

Se durante Ekadashi i pensieri sono rivolti agli oggetti esterni, le vibrazioni di quei pensieri grossolani creano nelle cellule nervose una vibrazione più agitata generando così più calore nel cervello: il calore disturba la secrezione dell’ormone di cui abbiamo detto e secondo gli Yogi esso evapora prima di entrare nella circolazione sanguigna. È per questo motivo che non si ha sempre la garanzia di vivere delle esperienze mistiche durante il digiuno. Bisogna sintonizzare la propria vibrazione cerebrale e mentale con un’idea assoluta, come si fa durante la ripetizione e l’ideazione su un Siddha Mantra (il Mantra che viene vibrato dalla forza del Guru).

Queste conoscenze sul digiuno sono il frutto delle ricerche fatte dagli Yogi e dalle Yogini nei loro laboratori fisici e psichici: digiunando per molti giorni essi hanno notato che nell’undicesimo giorno dopo la luna piena e dopo la luna nuova avevano esperienze di meditazione più profonde.

Shrii Shrii Anandamurti nel suo libro “Caryacarya parte III”, descrive i seguenti effetti del digiuno:
“Durante e vicino alla luna nuova e alla luna piena, si può osservare che il fattore gassoso e quello liquido salgono all’interno del torace e della testa creando una sensazione di disagio. Per questo motivo, se la persona non mangia durante questo periodo, questi fattori vengono spinti verso il basso del corpo, alleviando il disagio.
Il cibo che noi mangiamo si converte, per trasformazione, nell’essenza finale, chiamata Shukra. Lo Shukra è il cibo per il cervello. Dallo Shukra vengono prodotte le particelle ectoplasmatiche della mente individuale. Se si digiuna in accordo con il sistema tantrico, lo Shukra in eccesso non ecciterà le Vrtti (tendenze o propensioni) basse della mente, ma guiderà la mente verso le Vrtti più sottili. Inoltre, per effetto del digiuno, le sostanze velenose e non produttive vengono distrutte ed espulse. Oltre a ciò, l’energia che non viene utilizzata per la digestione può essere utilizzata per altri scopi. Per questo motivo il giorno del digiuno è un giorno eccellente per praticare più Sadhana (pratiche spirituali)”.


FINE PRIMA PARTE

Tratto da BIOPSICOLOGIA TANTRICA (Kamaleshvara Franceschini)

(^__^)

1 commento:

Alberto ha detto...

Interessante! Peccato che questo blog non sia aggiornato da parecchio, però bello averlo trovato.
Contenuti di mio interesse.