lunedì 11 ottobre 2010

La filosofia spirituale di Shrii Shrii Ánandamúrti - 1



La filosofia di Shrii Shrii Ánandamúrti è sinteticamente espressa negli aforismi dell'opera Ánanda Sútram. Il primo concetto che viene definito è quello di Brahma. Brahma è l'Entità Cosmica, l'Infinito, l'Anima Universale. Che cosa significano questi termini e come possiamo sapere che Brahma esiste?

Brahma

Noi abbiamo coscienza del nostro Io, sappiamo di esistere e di avere delle relazioni con gli oggetti esterni. Ogni azione che facciamo sembra essere eseguita dagli organi motori e sensori: in realtà se la mente non lavorasse dietro a questi organi ogni azione sarebbe impossibile. L'azione ha origine nella mente ed ha la possibilità di manifestarsi esternamente attraverso gli organi motori e sensori (indriyas). La visione avviene solo quando la mente prende contatto con gli organi della vista, quando la mente assimila l'oggetto esterno, prende la forma di quell'oggetto. La parte della mente che prende la forma dell'oggetto esterno si chiama materia mentale, o ectoplasma (Citta nella terminologia sanscrita).

Citta
non può prendere la forma dell'oggetto se non c'è qualcuno che esegue l'azione. Esiste dunque una seconda parte della mente che svolge l'azione: è l'io che agisce (Ahamtattva).
Se qualcuno agisce significa che deve esistere qualcuno: non può esserci azione senza l'esistenza di un io. Esiste una terza parte della mente che dà il senso dell'esistenza (Mahatattva).

L'affermazione "io esisto" presuppone la presenza di un Io che testimoni la mia esistenza, che sia cosciente della mia esistenza: l'esistenza dell'io nella mente prova che c'è un'altra entità reale che è oltre la mente e che conosce l'esistenza della mente. Questo Io testimoniante viene chiamato Coscienza unitaria (Átman). La sua presenza è dimostrata dal senso di esistenza che ognuno mostra di avere svolgendo delle azioni. L'esperienza dell'Átman è dunque un'esperienza diretta di tutte le persone.

Abbiamo visto che lo stesso Io che prova la mia esistenza (Mahatattva o Buddhitattva), mi fa lavorare (Ahamtattva), consente alla mia mente la relazione con gli oggetti esterni (Citta), mi dà anche la coscienza della mia esistenza (Átman): possiamo dunque affermare che lo stesso Io ha funzioni diverse in diversi stadi.

Il sentimento di esistenza (Mahatattva) non potrebbe esserci senza la coscienza: è la coscienza unitaria che si manifesta come Mahatattva e stabilisce così la propria esistenza.
La coscienza unitaria non è dunque pura coscienza, ha anche delle qualità che le consentono di manifestarsi in diverse funzioni. Deve allora esistere un fattore, diverso dalla pura coscienza, che qualifica, cioè che influenza l'Átman e gli consente di esprimersi in diverse forme. Di questo fattore (Prakrti) parleremo in seguito.

Per ora abbiamo stabilito che la coscienza unitaria è presente in ogni individuo. In questo universo ci sono innumerevoli individui; l'Átman , o coscienza unitaria, si riflette in ciascuno di essi: apparentemente, dunque, ci sono molti Átman. L'insieme di questi Átman , il loro nome collettivo è Brahma. La parola che più si avvicina al concetto di Átman o coscienza unitaria è Anima: possiamo quindi dire che Brahma è l'Anima Universale, la Coscienza Universale, la coscienza nella sua totalità.

La definizione filosofica che Shrii Shrii Ánandamúrti dà di Brahma è "Shiva Shaktyátmakaî Brahma " ossia "Brahma è composto di Shiva e Shakti."

Questo è il concetto base della filosofia dell'Ánanda Márga. L'Entità Suprema è Una ma ha due aspetti: il principio oggettivo (Shiva o Purusa) e il principio operativo (Shakti o Prakrti). Per usare un linguaggio più semplice possiamo dire la Coscienza e l'energia (la forza). Essi non sono due entità distinte bensì due aspetti diversi ma inseparabili della stessa entità: è impossibile concepire l'una senza l'altra. La Coscienza e la sua energia creativa sono inseparabili come il fuoco e il suo calore, come il latte e la sua bianchezza, come le due facciate di un foglio di carta. Prakrti può essere definita come un attributo di Purusa.

Purusa è la pura Coscienza e resterebbe inattivo se Prakrti non avesse la possibilità di esprimersi. Prakrti è l'entità che controlla i fenomeni naturali: è ciò che dà alle cose le loro qualità. Per esempio si dice che la natura del fuoco sia quella di bruciare: ci deve essere qualcosa che dà al fuoco questa sua qualità; abbiamo visto che la Coscienza unitaria ha delle qualità che le consentono di esprimersi in diverse funzioni della mente : Prakrti è ciò che dà le diverse qualità e funzioni. Poiché per compiere queste azioni è necessaria un'energia si dice che Prakrti è una forza: Prakrti è una forza che qualifica la Coscienza dandole diverse qualità o funzioni. La funzione di Prakrti è di creare continuamente nuove forme attraverso la sua azione, la sua influenza sulla Coscienza.

Aspetti di Brahma

Brahma è senza forma
Abbiamo detto che Purusa è pura Coscienza. Da questo termine possiamo capire che esiste qualcosa ma non possiamo visualizzarlo in una forma, possiamo solo farcene un'idea: Purusha è un'entità astratta che può essere percepita dalla mente solo nelle sue espressioni oggettive. Allo stesso modo Prakrti è una forza che non può essere vista, non ha una forma che possa essere descritta, anche se possiamo vedere il risultato della sua azione. Purusa e Prakrti, e quindi Brahma, sono entità sottili, senza forma.

Brahma è non causale

Purusa è un'entità la cui esistenza non dipende da altro, non ha inizio, o causa: è non causale. Prakrti è il principio che qualifica Purusa ed è necessariamente presente dove c'è Purusa; ma così come il fuoco non crea la sua capacità di bruciare, cioè non crea il principio che gli dà le sue caratteristiche, allo stesso modo Purusa non crea Prakrti: essa è indipendente, è non causale. Brahma, che è il nome collettivo di Purusa e Prakrti , è dunque non causale, non ha inizio o causa.

Brahma è infinito

Brahma non ha origine o causa, ma ha una fine? Può essere misurato? Dovremmo trovare uno strumento adatto a misurarlo e poiché Brahma è un'entità sottile, questo strumento deve essere sottile almeno tanto quanto Brahma. Tutta la materia che esiste in questo mondo è costituita da cinque fattori fondamentali (eterico, aereo, luminoso, liquido, solido) la presenza dei quali distingue le cose grezze dalle cose sottili: più fattori sono presenti in un oggetto più esso è grezzo. Nessuno di questi fattori è abbastanza sottile da misurare Brahma.

Oltre a questi fattori esiste un altro elemento: la mente . Essa non ha forma fisica, non può essere vista, toccata ecc. È la cosa più sottile di questo mondo ed ha le qualità di afferrare le idee, pensare e sentire: con questi mezzi potrebbe misurare Brahma. Abbiamo visto che la mente ha diversi aspetti funzionali che sono Mahatattva (io esisto), Ahamtattva (io faccio) e Citta (materia mentale). La capacità di compiere qualsiasi azione appartiene ad Ahamtattva (l'io che agisce): quindi se Brahma può essere misurato dalla mente è solo attraverso Ahamtattva. Fra Ahamtattva e la coscienza unitaria si trova Mahatattva quindi Ahamtattva non può raggiungere la coscienza unitaria senza passare attraverso Mahatattva. Ahamtattva è però solo una forma funzionale di Mahatattva : l'io di "io esisto" di Mahatattva diventa Ahamtattva quando assume la funzione di "io faccio". Nel momento in cui Ahamtattva ritorna a Mahatattva la sua capacità funzionale di "io faccio" cessa di esistere: Ahamtattva non può raggiungere la coscienza come Ahamtattva ma deve necessariamente trasformarsi in Mahatattva ed in quello stato non può compiere nessuna azione, tanto meno misurare la coscienza unitaria. Brahma è l'insieme delle coscienze unitarie: la mente non può quindi in nessun modo pensare, sentire o farsi un'idea delle dimensioni di Brahma.
Possiamo inoltre affermare che la mente non può misurare niente che sia al di là del suo ambito. La mente esiste dentro la creazione ma per quanto essa si estenda fino ai propri limiti sente che c'è qualcosa che non riesce a comprendere: la creazione si estende oltre i limiti della mente, essa è potenzialmente infinita. Come vedremo in seguito, la creazione è solo una parte di Brahma e se una parte è infinita, necessariamente il tutto, Brahma è infinito.



Stati di Brahma : Nirguna e Saguna

Purusa e Prakrti sono entrambi non causali e ciò significa che sono anche completamente indipendenti uno dall'altro, nessuno è subordinato all'altro. Abbiamo visto però che Prakrti è un principio il cui compito è di qualificare Purusa, di dargli degli attributi, delle qualità. Essa esercita questo compito attraverso tre forze cosmiche o guna. Guna in sanscrito significa corda usata per legare qualcosa: qualificando Purusa con i suoi guna, Prakrti lo lega, lo costringe ai suoi voleri.

Brahma esiste dunque in due stati:

nel primo, lo stato supremo, Purusa e Prakrti sono completamente indipendenti, Prakrti non esercita alcuna influenza su Purusha, non è in grado di legarlo con i suoi Guna; in questo stato Purusha rimane inespresso, senza qualità; questo stato si chiama Nirguna (senza guna);
nel secondo stato Prakrti esercita la sua capacità, usa i suoi guna per influenzare Purusa; attraverso la sua azione su Purusa essa crea infinite forme, da origine a tutto ciò che esiste; questo stato si chiama Saguna (con guna).

Per spiegare la relazione tra Nirguna e Saguna possiamo usare l'immagine di un iceberg e di un oceano: a causa delle variazioni climatiche una parte dell'acqua dell'oceano si ghiaccia. In questa immagine Nirguna Brahma è l'oceano, Saguna Brahma è l'iceberg, le condizioni climatiche che raffreddano l'acqua sono Prakrti. Il ghiaccio e l'acqua che non si è ghiacciata, sono due forme diverse dell'acqua: l'unica differenza è che in alcuni punti condizioni climatiche particolari hanno consentito il formarsi del ghiaccio mentre in altre parti l'oceano è rimasto al suo stato originario.


Saguna è dunque uno stato particolare all'interno di Nirguna Brahma.

Capire la causa per cui Brahma passi dal suo stato supremo alla creazione è al di là delle capacità della nostra mente. La relazione causale è un'azione svolta dalla mente, ma prima di Saguna Brahma non c'è alcuna mente, né cosmica né unitaria, che possa compiere questa azione, la legge di causa ed effetto non esiste in Nirguna Brahma, Brahma stesso non sa perché Egli si sia manifestato nella creazione. Per supplire all'incapacità della mente di rispondere a questa domanda i devoti hanno trovato una ragione del cuore: il Supremo era solo nella vastità cosmica ed ha creato ogni cosa per superare la sua solitudine, per avere qualcuno da amare. Per questo la creazione viene talvolta definita Liila (gioco) cosmico.

Ogni cosa è Brahma

La storia della terra dimostra che gli esseri umani non sono senza causa, essi non sono neanche i primi esseri che sono apparsi sulla terra. La terra si è formata dal sole: all'inizio era solo una palla di fuoco, poi si è raffreddata lentamente, sono comparsi l'acqua e il suolo; sono seguite poi la formazione del regno vegetale ed animale e solo successivamente si sono evoluti gli esseri umani. Gli uomini dipendono quindi dalla terra e non possono essere definiti non causali. Anche il sole che ha dato origine alla terra, però, deve la sua esistenza a certi gas, che a loro volta dipendono essenzialmente da uno dei fattori elementari della materia, il fattore eterico, senza il quale i gas non avrebbero lo spazio per esistere. Quindi, risalendo all'indietro, il fattore eterico è l'origine dei gas, del sole, della terra e quindi degli esseri umani.
Poiché abbiamo già detto che ogni essere umano ha una coscienza unitaria (Átman) dobbiamo ammettere che anche il fattore eterico ne abbia una: se il fattore eterico non avesse coscienza come potrebbero gli esseri umani che da questo sono stati creati averla? Il fattore eterico non ha forma, non ha dimensioni, non può essere misurato: è il vuoto, è lo spazio, non c'è in esso alcuna materia, anche se ha la capacità di portare le onde sonore e questa caratteristica lo rende un elemento grezzo e non sottile. L'unica cosa che c'è nell'etere è la coscienza quindi l'etere deve essere fatto di coscienza. La coscienza è in Brahma quindi l'etere, e tutto ciò che da esso deriva, dal sole agli esseri umani, ha origine in Brahma.

Saguna Brahma è la causa della creazione dell'universo, o, in altre parole, l'universo ha avuto origine da Saguna Brahma e poiché non esiste niente prima di Brahma ed oltre a Brahma, e poiché il mondo non può essere stato creato dal nulla, dobbiamo ammettere che la materia con la quale Brahma ha creato il mondo è se stesso: la creazione è Saguna Brahma trasformato in tutto ciò che esiste.

Dobbiamo qui fare attenzione ai termini: dire che Brahma è presente in ogni cosa è un'affermazione scorretta. Se dico che Brahma è presente in questo libro do l'idea che il libro e Brahma siano due entità separate e che Brahma occupi questa seconda entità che esiste indipendentemente. Questo è completamente sbagliato; la cosa giusta da dire è che il libro è Brahma o che Brahma ha assunto anche la forma del libro. Non ci sono due entità separate: Brahma è infinito ed eterno, niente esiste prima od oltre a Lui, ogni granello di polvere è Brahma.

Il mondo è un pensiero nella mente di Brahma

Brahma è la causa di tutta la creazione: Prakrti è la forza creatrice e Purusa è la materia che, nello stato di Saguna Brahma, si lascia influenzare da Prakrti , prende infinite forme secondo il volere di Prakrti. Purusha è la coscienza quindi ogni cosa in questo universo, poiché è fatta dalla materia di Purusa, ha coscienza; non esiste niente, per quanto sembri grezzo e senza vita che non possegga una coscienza. L'influenza di Prakrti fa sembrare le cose inanimate e grezze ma ogni cosa è una forma diversa della coscienza, una metamorfosi di Purusa: quanto più è grande l'influenza di Prakrti, tanto più Purusa appare in forme grezze nelle quali la coscienza sembra essere completamente addormentata.

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(Tratto dall'introduzione de "Il Guru Tantrico" di Shrii Shrii Ánandamúrti)

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